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martedì 14 novembre 2017

Meglio tardi che mai

Da adolescente (quando il social network erano 10 amici a casa, prima o dopo una seduta di gioco di ruolo) ero un rompiscatole, volevo andare in fondo alle discussioni. Tirarle molto piu' per le lunghe della maggior parte di coloro con i quali discutevo. A volte perche' ero di coccio (cioe' alla fine capivo di aver sbagliato e semplicemente non ci ero arrivato prima). A volte perche' avevo ragione ma non volevano darmela. A volte perche' l'argomento era tosto e non era facile arrivare ad una conclusione. Per mia fortuna alcuni (pochi purtroppo) degli amici con cui discutevo erano disponibili a fare tardi la notte e continuare a discutere. La gran parte pero' pensavano che volessi solo perdere tempo.

Il risultato e' che oggi la gran parte di quelle persone si trovano ingarbugliate in infinite discussioni su facebook, twitter, sui blog, sulle pagine dei commenti dei quotidiani online, etc. Io partecipo molto poco (non zero, per la verita'). Ma la maggiorparte di queste discussioni mi sembrano antiche come il mondo: sono nuovi semplicemente coloro che ne discutono, e ho la presunzione di pensare che se questi nuovi hanno la mia eta' e' perche' spesso non mi hanno voluto seguire nelle discussioni da giovane. 

lunedì 2 marzo 2015

Sotto il vestito niente

Troppe volte in questi giorni mi e' capitato di leggere articoli su internet a proposito di cosa gira negli articoli su internet, tipo questo
o sulla "vita iperconnessa" tipo questo
o sulla privacy tipo questo

E mi e' venuto in mente che dovevo trovare un pensiero che fermi tutto. Un pensiero che tagli corto, che in qualche modo interrompa la sega mentale e non lasci dubbi. Il pensiero che ho trovato ha un corrispettivo fumettistico nell'opera "Arq" di quel genio assoluto del fumetto che e' il belga Andreas.

In accordo con buona parte delle teorie cognitive moderne la cognizione umana e' radicata nel corpo.

Di fronte a tutta questa azione puramente mentale che viene continuamente dispiegata su internet, cosa dice il nostro corpo? Il nostro corpo e' seduto, sempre piu' immobile, su una sedia. Protesta ogni tanto, lanciando segnali di dolore attraverso i nervi cervicali. Per il resto non ha niente da dire. Il nostro corpo non partecipa (se non in forma di sit in o resistenza passiva) a tutta questa cognizione.

E' evidente che la vita su internet e' scorporata e quindi condurra' da tutta altra parte rispetto ai nostri corpi. Il mondo visto da internet non e' il mondo dei nostri corpi. Penso anche che prima o poi dovremo fare i conti con questa differenza.