lunedì 16 luglio 2018

il riso del saluto


Con suo grande stupore, venne a sapere che quel bretteur, quel turbolento attaccabrighe di Dolochov viveva, a Mosca, con la vecchia madre e con una sorella gobba ed era il più tenero dei figli e dei fratelli.



Vago spesso con la testa e il cuore e mi perdo. Sono capace di perdermi un bel po', forse perchè sono passati troppi chilometri da casa. E quando è buio è davvero buio. Quando soffia il vento freddo è davvero freddo.


Poi una musica o due chiacchiere con qualcuno che appena conosco ma che ha un'anima come la mia mi riporta a casa. Dentro quell'anima che può chiamarsi amicizia piena. Di piacere, di parole, di storie, di senso e sentimenti. Riconoscersi anche senza conoscersi.

Sono solo, certamente. Non ti sbagli. Però ti sbagli anche. Sono solo con un bagaglio di persone (e libri, risate, sguardi) sulle spalle, una sopra l'altra, che pesano e mi scaldano. E' un'anima immensa, che ha camminato per mondi interi.

Un'anima così non si inventa dall'oggi al domani. Non ci puoi fare niente, se non ce l'hai non ce l'hai. Qui ti sbagli, certamente.

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