sabato 11 aprile 2015

La vera scienza si usa

C'è anche il problema della speculazione scientifica. Non nel senso del pensiero, ma nel senso della bolla. Speculativa. Scienza che cresce sul niente. Milioni di articoli che citano se stessi senza dire niente di veramente nuovo o interessante. Le citazioni sono diventate il sale della scienza, promuovono carriere accademiche, aprono i forzieri dei finanziatori, schiavizzano eserciti di postdoc. Le riviste scientifiche vogliono una fetta di questo mercato emergente e chiedono sempre più spesso soldi per la pubblicazione (dando in cambio l'open access). Ma cosa c'è che non va? Come faccio a dire "che cresce sul niente"? Sarà che i miei articoli non vengono altrettanto citati? Invidia?  E i miei colleghi che condividono questa sensazione di apocalisse, sono anche loro invidiosi? Non esiste un modo per far esplodere la bolla? Una misura oggettiva del valore di tutti questi articoli che ci sembrano insensati e che ricevono infinite citazioni?

L'unica cosa che mi viene in mente è - lo riconosco - un po' ingenua, forse irrealizzabile. Aggiungere alla fine di un articolo non solo la bibliografia ma la "usografia". Quali articoli ho veramente usato per la mia ricerca? Non so, in questo momento, come definire inequivocabilmente "uso". Ma so che molte delle citazioni che sommergono certi articoli sono citazioni vuote, citazioni di passaggio, citazioni del tipo "ti cito perchè hai il titolo giusto, perchè sei famoso, perchè hai tante citazioni, ma non so bene neanche che hai scritto". Queste citazioni sono l'origine del disastro. Nella mia ricerca ho sicuramente fatto uso dei risultati di qualcun altro, su cui ho costruito i miei. Ma sono pochi. Pochi buoni articoli di altri sono la vera base della mia ricerca. Ho usato pochi buoni articoli, per fare la mia ricerca. E se la mia ricerca è buona qualcun altro la userà. Solo una ricerca usata è una ricerca che merita.

Un tempo, quando mi chiedevo cosa fosse vero per la scienza, mi fermavo al pensiero feyerabendiano del "è scienza quel che viene accettato dalla comunità scientifica, è vero quel che viene riconosciuto vero dalla grande impresa collettiva chiamata scienza", ma non mi domandavo cosa volesse dire "riconoscere vero". A ripensarci, credo che "riconoscere vero" vuol dire "usare".

Ora bisogna capire cosa vuol dire "usare".,,

[edit del gennaio 2017: mi e' venuto in mente un modo di quantificare automaticamente il livello d'uso della citazione; in ogni articolo le citazioni vengono fatte a "gruppo" o "singole", si potrebbe distinguere dando basso peso alle prime e alto alle seconde]

Sauron non esiste, gli orchi sì

Ora mi sembra banale, qualche giorno fa (sull'onda di alcuni fatti), avevo ragionato sulla sensazione di crescente malvagità e diffusione del terrorismo, soprattutto di matrice islamica. L'unica spiegazione che mi sono dato è l'amplificazione di un circolo economico virtuoso fondato sul commercio delle armi. Che trae vantaggio dall'assenza di istituzioni. In questo momento molti grandi paesi che per decenni hanno avuto governi abbastanza stabili (libia, siria, iraq, yemen) sono - anche se con gradi diversi - senza istituzioni in grado di governare. Senza legge, senza guida, senza cultura, senza organizzazione, questi popoli vivono giorno per giorno, e frazioni non trascurabili di questi popoli scelgono la violenza e la distruzione per guadagnarsi il pane. C'è un vantaggio nell'assenza di potere: la guerra permanente. Consumo infinito di armi. Questo è quello che accade in una civiltà senza regni. La guerra permanente è la condizione in cui l'uomo è vissuto per millenni ed è la spiegazione più plausibile per il mito del Male, l'Oscurità, il Demonio.