venerdì 19 settembre 2014

Popular economy?

Questo è un post in progress, lo editerò spesso. Voglio avere a portata di mano una lista di domande. Domande di economia. Perché?

Per caso mi sono reso conto che le scienze, tutte, hanno il lato tecnico e quello divulgativo, mentre l'economia ha solo il lato tecnico. Non voglio discutere su cosa sia una scienza, o se l'economia è/non è una scienza. E non voglio neanche stare a specificare a che tipo di economia sto pensando (macroeconomia, economia politica, finanza, etc. etc.). Dico solo che mi manca un bravo divulgatore di economia. Mi pare che l'economia sia discussa sempre e comunque tecnicamente, anche quando il discorso è rivolto a un pubblico di non tecnici. Ci sono articoli più generosi di altri, che provano a semplificare. Ma manca la divulgazione nel senso pieno e maturo del termine, quella che passa per autori specializzati, per libri (o altri media dello stesso spessore o profondità) dedicati. Esistono infinite realtà di divulgazione della fisica, della matematica, della biologia, dell'astronomia, delle filosofie, della medicina, della chimica, etc. etc. etc. Gli anglo-sassoni parlano di science-popularization: la corrispondente voce di wikipedia elenca un numero formidabile di divulgatori di fama, l'elenco delle riviste o dei siti che si occupano di popular science è pressoché infinito. Provate su quella pagina a cercare la parola economy: non esce niente. In fondo in quale sistema scolastico si insegna l'economia a scuola? E quindi, come e perché mai si dovrebbe popolarizzare l'economia?

Eppure l'economia interessa le persone. A ben guardare potrebbe (e spesso lo fa) interessare più della meccanica quantistica o dell'astrofisica. E infatti esiste un ricco filone di "informazione economica" (soprattutto siti web, blog), cresciuto molto in questi ultimi anni di crisi, ma è quasi sempre informazione ideologica: gli autori spendono le proprie energie nel cercare di dimostrare una tesi, senza alcun riguardo per la chiarezza e la comprensione. Il linguaggio tecnico è la norma e serve per nascondere in una coltre di fumo esoterico la parzialità degli argomenti.

Probabilmente divulgare l'economia è difficile. Forse proprio perché meno "scienza" di altre (più difficile da inquadrare nel metodo scientifico, da stendere sul tavolo degli esperimenti, da osservare con il microscopio o il cannocchiale). Forse chi ci prova si ritrova comunque a fare ideologia e quindi perde la fiducia in quel senso di oggettivo che rende le altre scienze più convincenti e semplificabili. Ma potrebbe anche non essere così. Nelle università una qualche economia si insegna, esistono testi, manuali, scuole di pensiero e leggi stabilite, non necessariamente immutabili ma spesso condivise da una grande comunità. I migliori analisti dei fenomeni economici, quelli che scrivono i grandi libri di economia spesso rivolti a un pubblico molto più vasto degli addetti ai lavori (penso per fare l'esempio più semplice e alla moda in questo momento, a Thomas Piketty), hanno le idee chiare e una visione precisa e solida sugli argomenti del proprio studio. Se volessero, io credo, potrebbero sforzarsi di divulgare. Capital in the Twenty-First Century non è un libro di divulgazione, è un libro di ricerca venduto e pubblicizzato (non proprio onestamente) come un libro accessibile a chiunque.

Ma quindi cosa significa divulgare l'economia? Forse non è del tutto ovvio. Può darsi che le domande stesse a cui rispondere, non sono chiare. Divulgare, per uno scienziato, a volte richiede uno sforzo notevole di presa di coscienza, di svisceramento critico del proprio linguaggio. Quando si imparano i concetti base della fisica si pensa di farlo in maniera rigorosa, ma moltissime sottigliezze vengono tralasciate, uno studente ne sarebbe distratto. Solo anni dopo, quando quello studente si trova in cattedra, si rende conto che le cose non erano così semplici. Ho il sospetto (davvero poco documentato, è un pregiudizio che mi piacerebbe vedere smontato) che questa "autocritica" nel caso dell'economia sia devastante o addirittura impossibile. Un paio di anni fa ho letto "Debt" di Graber, e ho provato un certo piacere nel veder smontato (dal mio ingenuo punto di vista, in maniera estremamente convincente) il mito dell'uomo preistorico che inventa la moneta per risolvere le scomodità del baratto. Eppure il concetto di moneta viene insegnato nelle università a partire da questo mito.

Il pubblico (ad esempio: io) è abituato a leggere affermazioni incomprensibili negli articoli di economia. Accetta questo stato di cose perché ha familiarizzato con queste affermazioni. Le ritrova identiche in molti articoli. A volte un'affermazione incomprensibile viene smontata e sostituita da una nuova affermazione ugualmente incomprensibile. A volte si crede di capire, per assonanza, per vaga analogia, per sfinimento. Si perde il senso della comprensione: non ho capito, ma neanche me ne rendo conto. L'importante è che sono d'accordo. Condividere è l'imperativo social, non capire.

Provo quindi ad elencare le mie domande, piano piano, quando mi vengono in mente. E le metto qui sotto. In attesa che venga il Divulgatore.

1) la ricchezza si crea dal nulla? e se sì, come? (siamo chiaramente più ricchi di 50, 100, 1000 anni fa: ma questa ricchezza era semplicemente nascosta nel nostro pianeta e l'abbiamo tirata fuori? oppure l'abbiamo inventata? e se l'abbiamo inventata, perché non ne inventiamo di più?)

2) perché ci si aspetta che una crisi finisca? non potrebbe continuare per sempre?

3) come funziona esattamente il ciclo monetario? da dove nasce la moneta fisica, e come succede che passando di mano in mano il suo valore cambia e contemporaneamente la quantità virtuale di moneta aumenta?

4) bisognerebbe spiegare bene anche cosa sia l'economia: non è la finanza, non è la moneta, non è il commercio; ho sentito qualcuno dire che l'europa (oggi che la germania vuole spingere la grecia nella povertà) è governata dall'economia e non dalla solidarietà: sono veramente in contrapposizione queste due parole?

5) si puo' fare un'economia con due persone? quant'e' il minimo?

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