lunedì 19 febbraio 2018

Occhi che non si guardano

Oggi Francesco Costa (peraltro vicedirettore de ilpost.it ) ha pubblicato un articolo sul suo blog, linkato anche alla pagina web de ilpost.it , intitolato "Guardiamoci negli occhi".

Ispirato da un recente bell'articolo di Sergio Cesaratto, ho inviato a Costa una mail che riporto qui sotto (con gli errori di grammatica che c'erano, e di cui chiedo scusa).

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Caro Costa,

Dall'ultimo post sul suo blog imparo di avere due alternative. O so "che oggi in Italia c’è un solo grande partito in grado di farsi carico dell’immane responsabilità di governare la settima economia
del mondo", oppure non sono "un minimo serio e informato, e con un po’ di onestà intellettuale".

Il mio problema è che per governare la settima economia del mondo è necessario almeno sapere l'artimetica. A pag. 25 del programma leggo che l'obiettivo del pd è ridurre il rapporto debpub/pil al 100% in 10 anni (oggi è al 132%), questo equivale a una riduzione annua di circa 3% di pil: anche ammettendo di avere per 10 anni una crescita del pil reale del 1.5% e un'inflazione del 1.5% (entrambi obiettivi vicini ma non raggiunti) il suddetto obiettivo di riduzione "graduale" del debito si raggiungerebbe solo a patto di un pareggio di bilancio per 10 anni di seguito. Renzi ha criticato +europa per avere un programma (sui 5 anni) di austerità, ma qui se ne chiedono 10 - ciascuno della stessa intensità dei 5 della bonino - e si dichiara che è un programma "graduale". Si dice poi di voler
sostituire il fiscal compact eliminando l'obbligo di pareggio, e nel resto del programma si ripete più volte di sfruttare lo spazio del deficit al 3% concesso dall'eu per fare politiche di crescita.

Questo a mio parere è un programma truffa o semplicemente un programma scritto da qualcuno che non ha fatto i conti. In entrambi i casi non è un programma di governo.

A meno di non accettare un principio profodamente importante in politica: che non esiste un governo buono per tutti e che forse il pd potrebbe essere in grado di governare ma solo in nome degli stessi
interessi che hanno mosso la nomina di Mario Monti nel 2011 e il suo famigerato e (per le famiglie) fallimentare salva-italia. Interessi dei grandi gruppi industriali e finanziari, sempre meno
radicati in italia e sempre meno preoccupati di un crollo della nostra domanda interna e della capacità produttiva delle pmi.

Sono più o meno daccordo con lei sull'analisi degli altri partiti, ma questa andrebbe "onestamente" applicata anche al pd. Io, come lei, "sono un uomo, ho la cittadinanza italiana, ... sono
autosufficiente, sono eterosessuale e normodotato, sono bianco ... ho un lavoro stabile e che mi piace e uno stipendio che mi permette di vivere serenamente". La differenza è che ho vissuto una decina
di anni più di lei, e sono in grado di vedere cosa questo paese ha dato in cambio della linea politica mainstream degli ultimi 30 anni (basata su interessi bancari bassi, aumento degli investimenti
privati, riduzione della spesa pubblica, aumento dei diritti civili): ha ceduto il potere che i lavoratori avevano guadagnato per alcuni fortunati decenni del 20 secolo, facendoli arretrare
all'impotenza dei decenni precedenti, in nome di un "credete a noi imprenditori, lasciatevi schiavizzare e noi vi renderemo prosperi". E proclamando che non ci sono alternative, che così va il mondo, e che quella stagione di diritti è irripetibile.

A differenza di lei, inoltre, io sono un genitore e tra 30 anni i miei ora giovanissimi figli saranno ad una disperata ricerca di lavoro. Devo decidere ora se lasciare nelle loro mani un mondo in cui
il lavoro non c'è per misteriose leggi fisiche inderogabili oppure un mondo in cui è chiara l'esistenza di una lotta aperta tra chi vuole avere i diritti (non quelli civili che non costano nulla, ma
quelli sociali ed economici) e chi non vuole concederli.

Nessuno dei partiti da lei nominati è in grado di governare in nome dei miei interessi e dei miei figli. Questo, semplicemente, volevo dire.

Cordiali saluti

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