lunedì 13 marzo 2017

Un pensiero semplice, su genitori e figli

Spero di non sbagliarmi (uso il senso e l'esperienza, che è poca). Mi sembra che un genitore ha maggiori speranze di dare un contributo positivo alla crescita dei propri figli se è felice e consapevole delle ragioni di questa felicità. Parlo ovviamente di convergenze statistiche, in media, in varianza, in distribuzione, fate voi.

Vedo come un fatto positivo la percezione di frequenti momenti di piacere concreto e - insieme - la capacità di giustificarli, di contestualizzarli in un percorso di crescita personale.

Ad esempio: la lettura. Leggere è bello concretamente, non per principi tramandati e astratti. E' bello perchè riempie di divertimento molti pezzi di tempo e infonde nei nostri pensieri vagonate di storie e personaggi che arricchiscono le nostre conversazioni, illuminano il nostro stare con gli altri, il nostro guardare il mondo. Se ho avuto fortuna nell'innamorarmi è anche perchè ho letto molto. Se ho capito rapidamente che lavoro volevo fare (e ci ho azzeccato), è anche perchè ho letto molto.

Ma di esempi ce ne sono infiniti: tante cose della scuola "servono" alla felicità, alla libertà, al controllo della vita, anche solo a difendersi dalla tristezza o dalla depressione. E la scuola è piena di strade sbagliate, che diventano subito evidenti (e quindi giuste) se le si guarda alla luce della nostra felicità attuale.

Collegare le cose con cui siamo cresciuti alla nostra felicità è una chiave per essere genitori migliori.

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