venerdì 22 maggio 2015

Tai chi

Ho fatto alcuni (pochi) pensieri sul tai chi, che pratico da tre mesi. Per non dimenticarli li scrivo qui


  1. Non so se ho capito e/o se mi interessa la filosofia, ma mi piace l'ambientazione. E' un bel gioco di ruolo e il personaggio che si interpreta ha una postura migliore della mia. E' più elegante, più sensibile, più attento, più consapevole. Ha più tempo di me.
  2. Una tale maggiore attenzione al proprio corpo offre a questo personaggio (che poi sarebbe me mentre pratico il taichi) un ventaglio di nuove possibilità, sorprese, interessi.
  3. Il taichi inoltre, se ben insegnato, appare come una scienza dura, come la fisica insomma. Non si può ingannare, o per lo meno è molto difficile. C'è sempre un banco di prova. Come in fisica gli esperimenti dimostrano (quasi) senza ombra di dubbio quando la teoria è giusta o sbagliata, così nel taichi la pratica (il corpo) svela qualunque imbroglio. Le parole dell'insegnante sono sempre vere o false. Non c'è vaghezza, ambiguità, soggettività.
E poi c'è l'indimenticabile 


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