Ho fatto alcuni (pochi) pensieri sul tai chi, che pratico da tre mesi. Per non dimenticarli li scrivo qui
- Non so se ho capito e/o se mi interessa la filosofia, ma mi piace l'ambientazione. E' un bel gioco di ruolo e il personaggio che si interpreta ha una postura migliore della mia. E' più elegante, più sensibile, più attento, più consapevole. Ha più tempo di me.
- Una tale maggiore attenzione al proprio corpo offre a questo personaggio (che poi sarebbe me mentre pratico il taichi) un ventaglio di nuove possibilità, sorprese, interessi.
- Il taichi inoltre, se ben insegnato, appare come una scienza dura, come la fisica insomma. Non si può ingannare, o per lo meno è molto difficile. C'è sempre un banco di prova. Come in fisica gli esperimenti dimostrano (quasi) senza ombra di dubbio quando la teoria è giusta o sbagliata, così nel taichi la pratica (il corpo) svela qualunque imbroglio. Le parole dell'insegnante sono sempre vere o false. Non c'è vaghezza, ambiguità, soggettività.
E poi c'è l'indimenticabile